Benvenuti cari amici ... vi presento InVersi... il
mio secondo libro di poesia
InVersi è il mio secondo libro di poesia; dopo la silloge PoesiAnima (selezione premio Tassoni di Modena 2010) sono passati tre anni nei quali ho preferito divulgare le mie poesie in formato elettronico in vari ebooks, pubblicandoli gratuitamente in portali internazionali o nel mio blog di poesia: poesiedimatteocotugno.blogspot.com
InVersi nasce da una selezione di poesie scritte fra il 2010 e l'inizio del 2014, poesie che parlano di amore con le sue gioie e i suoi tormenti, proprio come il titolo vuole fare intuire... InVersi... in versi e inversi, gli opposti, inversi di emozioni che connotano la nostra vita in un’altalena lirica in cui elementi come il cielo e il suo azzurro diventano metafore di assoluto e di purezza, come inversamente la notte e il suo buio sinonimi di abbandono e smarrimento.
recensione
InVersi è il mio secondo libro di poesia; dopo la silloge PoesiAnima (selezione premio Tassoni di Modena 2010) sono passati tre anni nei quali ho preferito divulgare le mie poesie in formato elettronico in vari ebooks, pubblicandoli gratuitamente in portali internazionali o nel mio blog di poesia: poesiedimatteocotugno.blogspot.com
InVersi nasce da una selezione di poesie scritte fra il 2010 e l'inizio del 2014, poesie che parlano di amore con le sue gioie e i suoi tormenti, proprio come il titolo vuole fare intuire... InVersi... in versi e inversi, gli opposti, inversi di emozioni che connotano la nostra vita in un’altalena lirica in cui elementi come il cielo e il suo azzurro diventano metafore di assoluto e di purezza, come inversamente la notte e il suo buio sinonimi di abbandono e smarrimento.
recensione
“Oro fra i miei occhi e
il tuo cuore” prendono forma “InVersi” di Matteo Cotugno, tra sussurri e sogni,
bagnando fogli di poesia. Alla ricerca di equilibri, rifugiandosi in
battiti infiniti, ricordando il sapore di un bacio, raccolto nascosto fra
pilastri.
Profuma, di timidezze e tabù, ogni lirica di Matteo. Ogni parola resta dentro, e si spoglia e specchia, abbracciando le speranze e lasciando andare lacrime d’addio.
I versi sono traboccanti di sentimenti e di quell’amore che sa ancora soffiare messaggi, nonostante le troppe crisi di questo tempo.
Rapisce, arriva diretto e si estende semplicemente cantando la vita.
I vorrei diventano “vele” o “stelle”, “cieli immensi” o “nuvole sospese”.
“Raccoglierai di me/ campi di preghiere/ e distese di gioie,/ pietre di tramonti/ e piume di aurore.” Questo è quanto semina il poeta, come "umile contadino", con sacrificio, tra le ombre di una società spesso indifferente al dolore dell’altro.
In giochi di chiaroscuro, la forza sta nel riuscire a meravigliarsi, ritrovando la via e le chiavi per aprire nuovi giorni. L’umanità è paradossalmente fragile e forte. Può schiaffeggiare o innalzare, ma può rompere i lucchetti di catene pesanti, se l’incoscienza è unita alla speranza di poter tornare ad amare.
Facilmente si può cadere se non sostenuti, se illusi o traditi. La follia, può spingere questi passi, o essere la fuga lucida per giungere a un’altra vita, e “in mille poesie, scritte col sorriso sulle labbra”, può tornare a pronunciare “ti amo”, senza nessuna paura e senza mendicare.
Cotugno, lascia in eredità parole immense, in cui ognuno si può identificare.
Vibrano e orientano nel “doloramore” che sa di “strana magia”.
Fiorisce nel silenzioso percorso d’evoluzione intimo, esplodendo nella musicalità di istanti, in fotogrammi di ragione e mistero, di vuoti o voluti non ricordi.
Dolci e amari canti che diventano partenze o approdi di un maturato “volo disteso” e proteso viaggio verso noi stessi.
Profuma, di timidezze e tabù, ogni lirica di Matteo. Ogni parola resta dentro, e si spoglia e specchia, abbracciando le speranze e lasciando andare lacrime d’addio.
I versi sono traboccanti di sentimenti e di quell’amore che sa ancora soffiare messaggi, nonostante le troppe crisi di questo tempo.
Rapisce, arriva diretto e si estende semplicemente cantando la vita.
I vorrei diventano “vele” o “stelle”, “cieli immensi” o “nuvole sospese”.
“Raccoglierai di me/ campi di preghiere/ e distese di gioie,/ pietre di tramonti/ e piume di aurore.” Questo è quanto semina il poeta, come "umile contadino", con sacrificio, tra le ombre di una società spesso indifferente al dolore dell’altro.
In giochi di chiaroscuro, la forza sta nel riuscire a meravigliarsi, ritrovando la via e le chiavi per aprire nuovi giorni. L’umanità è paradossalmente fragile e forte. Può schiaffeggiare o innalzare, ma può rompere i lucchetti di catene pesanti, se l’incoscienza è unita alla speranza di poter tornare ad amare.
Facilmente si può cadere se non sostenuti, se illusi o traditi. La follia, può spingere questi passi, o essere la fuga lucida per giungere a un’altra vita, e “in mille poesie, scritte col sorriso sulle labbra”, può tornare a pronunciare “ti amo”, senza nessuna paura e senza mendicare.
Cotugno, lascia in eredità parole immense, in cui ognuno si può identificare.
Vibrano e orientano nel “doloramore” che sa di “strana magia”.
Fiorisce nel silenzioso percorso d’evoluzione intimo, esplodendo nella musicalità di istanti, in fotogrammi di ragione e mistero, di vuoti o voluti non ricordi.
Dolci e amari canti che diventano partenze o approdi di un maturato “volo disteso” e proteso viaggio verso noi stessi.
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