Benvenuti alla terza
edizione di Alda nel cuore, antologia di
poesia contemporanea nata 3 anni fa come tributo per la grande poetessa Alda
Merini, un modo per ricordare la sua nascita, il 21 marzo, e per festeggiare la
Giornata Mondiale della Poesia col contributo di tanti poeti.
Infatti anche
quest’anno abbiamo una bella selezioni di autori da tutta Italia e qualcuno
dall’estero, che omaggiano Alda Merini con le proprie poesie, o comunque con
una poesia sul tema del disagio psichico: un tema alquanto difficile per la
poesia, il che rende il mio ringraziamento più caloroso.
Come nella prima edizione lascio l’introduzione alla figlia maggiore di Alda Merini… Emanuela Carniti Merini, che ringrazio di cuore anche per il contributo in poesia alla raccolta.
Come nella prima edizione lascio l’introduzione alla figlia maggiore di Alda Merini… Emanuela Carniti Merini, che ringrazio di cuore anche per il contributo in poesia alla raccolta.
Matteo Cotugno
Amici nuovamente presenti
all'appello inderogabile di Matteo Cotugno, per questa nuova Antologia.
Come sempre il 21 Marzo
2015 ricorrerà l'anno di nascita della nostra amata Poetessa ALDA MERINI e la
Giornata mondiale dedicata alla Poesia.
Quest'anno vorrei parlare
della malattia mentale e del disagio psichico, visto che sarà anche argomento
delle vostre poesie.
Molto spesso si parla di
questi argomenti, ma altresì altrettanto spesso non se ne sa molto se non
quello che si dice in giro.
Come alcuni di voi sanno ho
lavorato come infermiera psichiatrica per più di trent'anni a livello territoriale. Cioè mi occupavo dei
pazienti sia ambulatorialmente che recandomi presso il loro domicilio.
Somministravo terapie e mi
facevo carico sia dell'aspetto emotivo che pratico della persona. A volte
supportavo anche la famiglia nel difficile compito che è il tradurre e
accettare comportamenti incongrui o incomprensibili di un congiunto.
Ero partita per fare l'infermiera
professionale ed è quello che ho fatto per cinque anni lavorando in ospedale
sia in Pediatria che in Sala operatoria; poi, con l'avvento della Legge
Basaglia del 1978 (legge che prevedeva la chiusura dei Manicomi e l'apertura di
Servizi alternativi sul territorio), ho preso la palla al balzo e mi sono
buttata "anima e corpo" in questa nuova avventura!
In realtà mi sono resa
conto da subito che era quello che desideravo fare veramente ma non è stato per
niente facile all'inizio!
Insieme ai nuovi pazienti
coesistevano moltissime persone reduci dall'internamento pluriennale nei
Manicomi con tutte le difficoltà emotive
aggravate dall'istituzionalizzazione e dai maltrattamenti.
Perchè era così!
I malati erano stati spesso
trattati come delinquenti invece che come pazienti e gli infermieri si erano
comportati nei loro confronti come carcerieri!
Abituati alla violenza più
che al dialogo e alla comprensione, si comportavano essi stessi in modo
violento oppure con la chiusura completa ad ogni interazione umana.
Difficile è stato
riconquistare un po' della loro fiducia e collaborazione!
Basaglia è stato un grande
Uomo oltre che un bravo Psichiatra.
Nel suo aprire i cancelli
ha inviato un messaggio dirompente che valeva più di mille discorsi e teorie.
Da allora è passato molto
tempo e le cose non sempre sono andate come avrebbero dovuto, ma innegabilmente
grandi passi sono stati fatti e il disagio psichico non è più visto come
qualcosa di vergognoso o e/o spaventevole come una volta.
Comunque le difficoltà sono
ancora palpabili e l'avere un malato psichico in casa produce una serie di
problematiche non sempre gestibili.
Da quello che è stata la
mia esperienza dal vivo so per certo che una buona disposizione empatica e il
riuscire a "mettersi nei panni dell'altro" aiuta quasi , se non di
più, di una terapia farmacologica.
Il disagio psichico nasce infatti da una serie di fattori:
famigliari, sociali, e caratteriali.
Ovviamente per quanto riguarda il carattere non si può far molto,
ma si possono , invece, modificare certi
atteggiamenti disturbati o "ghettizzanti" all'interno della famiglia
e ribaltare comportamenti stigmatizzanti, razzisti e omofobi della
nostra società che creano problemi di comunicazione e aprono la strada al
disagio psichico.
Ed è anche per questo che
nasce la poesia: per dar voce a chi non ha voce. Per ridare dignità e
accettazione a tutti i membri del genere umano di qualsivoglia razza, colore
della pelle e credo religioso.
La poesia dev'essere anche
e soprattutto LIBERA e TOLLERANTE!
Sono sicura che anche
quest'anno la vostra voce sarà un grido di libertà e fratellanza che
sbaraglierà le difese di chi non riesce a comprendere o ha troppa paura per
farlo.
Io ci conto e lascio fare a
voi Amici poeti!
Insieme per la poesia e
contro ogni stigma!
BUON LAVORO a tutti e un
GRAZIE di cuore a MATTEO che ci dà possibilità che non hanno prezzo.
Emanuela Carniti Merini
il curatore
Matteo Cotugno
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