martedì 13 gennaio 2015

Alda nel cuore 2015


Benvenuti alla terza edizione di Alda nel cuore,  antologia di poesia contemporanea nata 3 anni fa come tributo per la grande poetessa Alda Merini, un modo per ricordare la sua nascita, il 21 marzo, e per festeggiare la Giornata Mondiale della Poesia col contributo di tanti poeti.
Infatti anche quest’anno abbiamo una bella selezioni di autori da tutta Italia e qualcuno dall’estero, che omaggiano Alda Merini con le proprie poesie, o comunque con una poesia sul tema del disagio psichico: un tema alquanto difficile per la poesia, il che rende il mio ringraziamento più caloroso.
Come nella prima edizione lascio l’introduzione alla figlia maggiore di Alda Merini… Emanuela Carniti Merini, che ringrazio di cuore anche per il contributo in poesia alla raccolta.

Matteo Cotugno


Amici nuovamente presenti all'appello inderogabile di Matteo Cotugno, per questa nuova Antologia.

Come sempre il 21 Marzo 2015 ricorrerà l'anno di nascita della nostra amata Poetessa ALDA MERINI e la Giornata mondiale dedicata alla Poesia.

Quest'anno vorrei parlare della malattia mentale e del disagio psichico, visto che sarà anche argomento delle vostre poesie.

Molto spesso si parla di questi argomenti, ma altresì altrettanto spesso non se ne sa molto se non quello che si dice in giro.
Come alcuni di voi sanno ho lavorato come infermiera psichiatrica per più di trent'anni  a livello territoriale. Cioè mi occupavo dei pazienti sia ambulatorialmente che recandomi presso il loro domicilio.
Somministravo terapie e mi facevo carico sia dell'aspetto emotivo che pratico della persona. A volte supportavo anche la famiglia nel difficile compito che è il tradurre e accettare comportamenti incongrui o incomprensibili di un congiunto.

Ero partita per fare l'infermiera professionale ed è quello che ho fatto per cinque anni lavorando in ospedale sia in Pediatria che in Sala operatoria; poi, con l'avvento della Legge Basaglia del 1978 (legge che prevedeva la chiusura dei Manicomi e l'apertura di Servizi alternativi sul territorio), ho preso la palla al balzo e mi sono buttata "anima e corpo" in questa nuova avventura!
In realtà mi sono resa conto da subito che era quello che desideravo fare veramente ma non è stato per niente facile all'inizio!

Insieme ai nuovi pazienti coesistevano moltissime persone reduci dall'internamento pluriennale nei Manicomi con tutte le  difficoltà emotive aggravate dall'istituzionalizzazione e dai maltrattamenti.
Perchè era così!
I malati erano stati spesso trattati come delinquenti invece che come pazienti e gli infermieri si erano comportati nei loro confronti come carcerieri!
Abituati alla violenza più che al dialogo e alla comprensione, si comportavano essi stessi in modo violento oppure con la chiusura completa ad ogni interazione umana.

Difficile è stato riconquistare un po' della loro fiducia e collaborazione!

Basaglia è stato un grande Uomo oltre che un bravo Psichiatra.
Nel suo aprire i cancelli ha inviato un messaggio dirompente che valeva più di mille discorsi e teorie.

Da allora è passato molto tempo e le cose non sempre sono andate come avrebbero dovuto, ma innegabilmente grandi passi sono stati fatti e il disagio psichico non è più visto come qualcosa di vergognoso o e/o spaventevole come una volta.
Comunque le difficoltà sono ancora palpabili e l'avere un malato psichico in casa produce una serie di problematiche non sempre gestibili.
Da quello che è stata la mia esperienza dal vivo so per certo che una buona disposizione empatica e il riuscire a "mettersi nei panni dell'altro" aiuta quasi , se non di più, di una terapia farmacologica.

Il disagio psichico  nasce infatti da una serie di fattori: famigliari, sociali, e caratteriali.
Ovviamente per quanto  riguarda il carattere non si può far molto, ma  si possono , invece, modificare certi atteggiamenti disturbati o "ghettizzanti" all'interno della famiglia e ribaltare  comportamenti  stigmatizzanti, razzisti e omofobi della nostra società che creano problemi di comunicazione e aprono la strada al disagio psichico.

Ed è anche per questo che nasce la poesia: per dar voce a chi non ha voce. Per ridare dignità e accettazione a tutti i membri del genere umano di qualsivoglia razza, colore della pelle e credo religioso.

La poesia dev'essere anche e soprattutto LIBERA e TOLLERANTE!

Sono sicura che anche quest'anno la vostra voce sarà un grido di libertà e fratellanza che sbaraglierà le difese di chi non riesce a comprendere o ha troppa paura per farlo.
Io ci conto e lascio fare a voi Amici poeti!

Insieme per la poesia e contro ogni stigma!

BUON LAVORO a tutti e un GRAZIE di cuore a MATTEO che ci dà possibilità che non hanno prezzo.


Emanuela Carniti Merini



il curatore
Matteo Cotugno






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