Il mio
altare sei stato tu,
nel
rimorso non appari nemmeno,
lo
scempio di me
resta
uno sbiadito ricordo
nella
cronaca locale,
qualche
secondo in tivù
e
svanisco.
Oltre
il mio corpo martoriato,
seppellito
per mesi
in una
cella frigo,
resti
tu che un giorno mi amavi,
restano
i pochi anni che ti farai
di
galera,
restano
le lacrime della mia famiglia,
resta
l’indifferenza di chi ti ha giudicato
permettendoti
di uscire fra poco.
Il mio
altare sei stato tu…
l’indifferenza
della giustizia
il mio
inferno peggiore.
Matteo Cotugno
25-11-2017
diritti riservati
http://vocidipoesia.blogspot.it/2017/11/il-mio-altare-di-matteo-cotugno.html
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