Alla porta un bussare lento,
si apre, come da sola e sola
appare la sbiadita soglia
d’un viso appena accennato,
il “chi sei” di chi non ricorda
nemmeno più un figlio,
chiuso dentro gli occhi
come a strappare un lume
nel buio della sua notte.
Attraversa a piccoli passi
il precedere d’un abbraccio,
stupìto dal contatto
d’estranee braccia al collo,
ripetendo piano piano
il verso di un bambino,
rapito da un aquilone
che vola nella mente
senza più un filo.
“Che strana questa gente…
strano tutto quanto,
non ricordo niente!”
Matteo Cotugno
tutti i diritti riservati
20-09-2011
vuoto d'aria nella mente,
RispondiEliminaun buco nero che inesorabile ruba i ricordi
un buco nero che li allontana dai loro amori
by Bruna
In una poesia cosi struggente, drammaticamente bella e doloroso, dove le parole ti muoiono dentro, ma non muoiono i sentimenti i pensieri, i ricordi, la devozione per un padre che è l'immagine di se stesso. Romano
RispondiEliminaUna lirica che non abbisogna di commenti, emozionante.
RispondiEliminaUn saluto Tiziana
dolore nel dolore. per tutti coloro che vivono nell'impossibilità di ogni tutto. ed ogni sofferenza vive sotto il proprio cielo che sovrasta e soccombe.
RispondiEliminaL’ho letta con grande commozione, l’ho ancora riletta per non lasciarmi sfuggire la forma poetica che pure ne veste l’intenso significato. Riuscire ad esprimere in una poesia un tema così delicato e triste e nel contempo dare anche un'immagine incisiva e profonda, mi pare che sia un’ottima manifestazione d’amore, di un uomo,di un figlio e di un poeta. Pisano M
RispondiEliminaper oggi... giornata mondiale per la lotta al morbo di Alzheimer... dedico questa poesia a mio padre a tutti coloro che soffrono di questa malattia degenerativa
RispondiEliminaGrazie immensamente per la stima e i commenti
..una dedica alla persona che ti dette la vita, messaggio di gratitudine, orizzonti ormai chiusi, mente confuse di presente e passato...grazie Matteo di aver pensato oltre a tuo padre a chi soffre di questo male ai cari che non sanno darsi risposta.
RispondiEliminaImpresa tutt'altro che facile riuscire a dare un afflato poetico ad un tema cosi’ delicato, qualeil morbo di Alzheimer.
RispondiEliminaSolo la forte sensibilità del Poeta, è riuscita a dare dignità poetica a questo argomento con estrema delicatezza.
E’ una poesia struggente, drammatica, bella, ma altrettanto dolorosa.. le parole ti muoiono dentro, ma non muoiono i sentimenti i pensieri e la devozione per un Padre che è l'immagine di noi stessi…
Un'ottima prova d'Autore per Matteo…
mi è scesa una lacrima. Grazie, Matteo..(paola b)
la pena della perdita dei ricordi più cari, un mancanza di identità che getta nella solitudine più assoluta dove i soli compagni di viaggio rimangono i ricordi più ancestrali della loro vita....
RispondiEliminaE' terribile... e tu lo hai saputo dire bene.. molto bene... grazie
mariapina
E' un dramma, uno strazio,quando la mente di un genitore vacilla... Ho provato purtroppo questa amara realtà col mio caro papà.. Hai racchiuso in questi versi una terribile verità, con la delicatezza e con la solita bravura che ti distingue... Complimenti Matteo!
RispondiEliminaIl grande amore per il padre e...nel contempo il dramma dell'alzheimer. Quando si perde tutto...anche i ricordi diventa uno strazio per i famigliari assistere a questo degrado. Un tema difficilissimo trattato poeticamente e delicatamente da questo straordinario poeta. Plauso.
RispondiEliminaA MIO PADRE
RispondiEliminaA volte ti penso
ad un passo da me
sicura che a voltarmi
riuscirei perfino a vederti
Come se mi chiamassi
tralascio la mia fatica
per ascoltarti
per sentire la tua energia
che mi pervade
mi invade
mi solleva
e sfioro la tua anima
in un abbraccio che
adesso vorrei
e che per vergogna
non ti ho mai dato
Il tempo
si dilata
la materia
perde la sua consistenza
e mi ritrovo
con il viso
fra le tue grandi mani
care sensibili oneste
Ma è come se a sfiorarmi
fosse la tua luce
e non lo trovo strano
non mi sento pazza
So che è possibile
e ti prego...
fa che io sia sempre pronta
ad accoglierti
che sempre io
mi lasci cullare
senza pormi il perché
senza domandare
quanto durerà
né quando
accadrà ancora
e che niente possa
mai distrarmi
quando mi chiamerai
VDC
Dramma dell’Alzheimer in questi splendidi versi di Matteo Cotugno.
RispondiEliminaPerdere il filo della memoria, rapito da un aquilone che vola nella mente senza più un filo, e sorprendersi al contatto di braccia affettuose che appaiono estranee.Non riconoscere l’ abbraccio del proprio figlio “Chi sei? Che strana questa gente…strano tutto quanto,non ricordo niente!”
Matteo i tuoi versi sono commoventi ed unici.Complimenti! Pira L.
Avrei tanto voluto vedere invecchiare mio padre, ed invece lui mi parla nel buio della notte, quando prima di coricarmi rivolgo al cielo i miei pensieri e qualche preghiera. Tu hai la gioia di vederlo invecchiare il tuo,ma il dolore di saperlo in quel suo mondo dove ti è difficile entrare per conoscerne bene i meccanismi sarà struggente. Hai trattato dignitosamente un tema doloroso, lo hai fatto come solo un figlio sa fare, un figlio che vive di poesia. Complimenti Matteo. Di Vona R.
RispondiEliminaGentile Signore Cotugno,
RispondiEliminaabbiamo letto con grande emozione le sue parole, i suoi sentimenti e la
ringraziamo per il Suo dono.
La Segreteria
Federazione Alzheimer Italia
Via Tommaso Marino, 7
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Tel. +39.02.809767
Fax +39.02.875781
email: info@alzheimer.it
URL - http://www.alzheimer.it/
Meravigliose e dolcissime poesie, care a chi come me il padre l'ha perso prestissimo, ed è come se non l'avesse mai conosciuto.
RispondiEliminaArgomento delicato ,raccontato con parole emozionanti..malattia devastante non solo per chi ne soffre,ma per chi ama e si "vede" non riconosciuto...il “chi sei” di chi non ricorda nemmeno più un figlio.Le parti si capovolgono...il padre diventa un bimbo accudito con tanto amore dal figlio.
RispondiEliminaMolto bella,dolce,toccante,commovente.
Laura F.
GRANDE MATTEO, QUESTA POESIA DEDICATA A CHI TI HA DONATO LA VITA, E' BELLISSIMA E SVELA QUANTO AMORE HAI AVUTO PER LUI E QUANTO DOLORE TI HA PROCURATO VEDERLO NON RICONOSCERE IL PROPRIO FIGLIO, LE PERSONE CARE, NON RICORDARE NULLA E AVERE IL VUOTO NELLA MENTE; GLI OCCHI SMARRITI E STUPITI.............. MATTEO, E' UN GRANDE DOLORE CHE TU HAI VOLUTO SVELARE ATTRAVERSO QUESTE RIGHE DI GRANDE POESIA.
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