martedì 6 settembre 2011

per Alda Merini


Tremo al sentire la tua voce,
allor che sfinito dalle fatiche
d’un giorno inchiodato al cielo,
ascolto levarsi il canto
da tutti i tuoi altari

narri di vita e di dolore
come dello stesso giardino rose,
spinose sì, ma belle, belle le panchine
di quel luogo chiuso da vergogna,
consumando la memoria nei tuoi versi,
pregando giunga presto un Salvatore
a mondare i peccati che non sai,
a tranciare le catene dell’inquietudine

è lei a legarti e slegarti dalla vita
e tu la brandisci come arma per difenderti
un po’, per poi morire uccisa a morsi dall’amore

tu, che anche nel dolore canti vita
ascolta ora tutto il mio tremore.
farsi amore e parole fra le dita.

Matteo Cotugno
tutti i diritti riservati
05-09-2011

rivista 22-01-2014