Appeso da tempo
al suo legno pesante,
lo sguardo si è spento
basso sul monte,
raggrumato nel sangue
che monda i peccati.
Le braccia hanno ceduto
nelle spalle ormai slogate,
soffoca nel dolore,
e non riesce a gridare,
e non riesce a guardare,
se non questa terra
nella quale è nato
senza essere rispettato.
Il Suo dolore più grande
non riuscire in quest’istante
a sollevare in alto il viso
verso Chi per Lui ha deciso.
Ormai disperato,
una luce sul Suo volto
riverbera un giallo antico,
squarciando i blu della notte,
in cui muore immerso.
Nel silenzio
la pietas divina
ci salva.
21-04-2010
© copyright 2010 Matteo Cotugno “PoesiAnima”
tratta dal mio libro PoesiAnima (Selezione Premio Poesia Alessandro Tassoni 2011)
la foto della tela è su gentile concessione del poeta, pittore, prof. Sandro Pipino
al suo legno pesante,
lo sguardo si è spento
basso sul monte,
raggrumato nel sangue
che monda i peccati.
Le braccia hanno ceduto
nelle spalle ormai slogate,
soffoca nel dolore,
e non riesce a gridare,
e non riesce a guardare,
se non questa terra
nella quale è nato
senza essere rispettato.
Il Suo dolore più grande
non riuscire in quest’istante
a sollevare in alto il viso
verso Chi per Lui ha deciso.
Ormai disperato,
una luce sul Suo volto
riverbera un giallo antico,
squarciando i blu della notte,
in cui muore immerso.
Nel silenzio
la pietas divina
ci salva.
21-04-2010
© copyright 2010 Matteo Cotugno “PoesiAnima”
tratta dal mio libro PoesiAnima (Selezione Premio Poesia Alessandro Tassoni 2011)
la foto della tela è su gentile concessione del poeta, pittore, prof. Sandro Pipino
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