sabato 15 marzo 2014

Ero


Sono solo
ma non serve a niente
disperare che piova,
la compagnia attende
fiduciosa
preparando il muro
e la pallina da tennis,
- il pallone ormai
l’ha sforbiciato
quella del primo piano -.

Rincorrimi piano,
non riuscirei nemmeno volendo
nemmeno volando
ad andare lontano,
il quartiere esonda
oltre le mie ossa
e imprigiona il futuro
- non ho idea
dell’oltre il cancello
se non scavalco -.

Sfonderò le scarpe
a furia di calci
alle lattine schiacciate
dalla notte
- quante bocche lasciate lì
e quanti baci sui gradini
di quella chiesa sempre chiusa
alle risate quasi dimenticate
sulle battute più sceme -
sono sordo al rumore.

Si torna a casa
più grandi,
quando “grande”
è un parametro lontano,
tanto che non riesci
a trovare più la scorciatoia,
la solita
pericolosa ma corta
stradina...
verso il tuo cuore.

Matteo Cotugno
15-3-2014

inedita – diritti riservati

4 commenti:

  1. Ricordi di un tempo passato ,che nel cuore non moriranno mai ,tracce indelebili nel cuore, adolescenza vissuta ,essenza di vita ,crescita,esperienza ..momenti davvero belli ,di spensieratezza e libertà. Grazie Matteo ,un tuffo nel passato piacevole di ricordi sempre vivi in me...che tu oggi hai fatto riemergere ..sei sei SEI ...semplicemente SEI ...unico ...Yn abbraccio :-)

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  2. sono cari i miei ricordi nel cuore..sono il canto della mia vita e..li difendo...stupenda grazie sempre Matteo! E.Imperoli

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  3. molto, molto bella Matteo. I miei complimenti più sinceri.

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