Secondo il mito orfico (tratto dalla leggenda di Orfeo che andò nel mondo dei morti per farsi ridare indietro la donna amata, Euridice e che l'avrebbe riavuta solo se non si fosse mai voltato a vederla durante il tragitto che conduceva dal mondo dei morti a quello dei vivi) si crede che l’anima sia di origine divina e che cada sulla terra imprigionata nel corpo a causa di una colpa originaria. Il suo fine ultimo è quello di ritornare alla patria celeste, suo luogo originario.
PoesiAnima racconta la forma e la voce dell'anima. Nei versi dell'autore si ha l'impressione di vederla e di sentirla ogni giorno.
L'anima ha la forma dell'albero davanti casa, dei colli bolognesi, di una bambola Chancay, di un sasso, di una bambina, del mare.
L'anima ha la forma di un quanto e dell'universo intero. La sua voce, quando inizia lunghi discorsi, parte dal canto degli uccelli e continua con il fruscio del vento per concludere con un assolo di musica rock.
La forma e la voce dell'anima sono il mio e il tuo corpo, la mia e la tua voce, il mio e il tuo pensiero.
Le poesie di Matteo Cotugno sono tutto ciò: un linguaggio sconosciuto e al tempo stesso familiare; una voce che sale da dentro, che inconsapevolmente affiora quando meno te lo aspetti e plasma la realtà al tuo sentire; un "do ut des" ebbro e sovraeccitato; una catarsi di fenomeni. Sono le nostre più intime sensazioni che diventano reinterpretabili, scomponibili e ricomponibili come in un puzzle, di cui conosciamo ogni sfumatura perché esse scavalcano i confini del non-detto.
PoesiAnima racconta la forma e la voce dell'anima. Nei versi dell'autore si ha l'impressione di vederla e di sentirla ogni giorno.
L'anima ha la forma dell'albero davanti casa, dei colli bolognesi, di una bambola Chancay, di un sasso, di una bambina, del mare.
L'anima ha la forma di un quanto e dell'universo intero. La sua voce, quando inizia lunghi discorsi, parte dal canto degli uccelli e continua con il fruscio del vento per concludere con un assolo di musica rock.
La forma e la voce dell'anima sono il mio e il tuo corpo, la mia e la tua voce, il mio e il tuo pensiero.
Le poesie di Matteo Cotugno sono tutto ciò: un linguaggio sconosciuto e al tempo stesso familiare; una voce che sale da dentro, che inconsapevolmente affiora quando meno te lo aspetti e plasma la realtà al tuo sentire; un "do ut des" ebbro e sovraeccitato; una catarsi di fenomeni. Sono le nostre più intime sensazioni che diventano reinterpretabili, scomponibili e ricomponibili come in un puzzle, di cui conosciamo ogni sfumatura perché esse scavalcano i confini del non-detto.
recensione di Francesca Arangio (redazione Aphorism)
Secondo il mito orfico (tratto dalla leggenda di Orfeo che andò nel mondo dei morti per farsi ridare indietro la donna amata, Euridice e che l'avrebbe riavuta solo se non si fosse mai voltato a vederla durante il tragitto che conduceva dal mondo dei morti a quello dei vivi) si crede che l’anima sia di origine divina e che cada sulla terra imprigionata nel corpo a causa di una colpa originaria. Il suo fine ultimo è quello di ritornare alla patria celeste, suo luogo originario.
RispondiEliminaPoesiAnima racconta la forma e la voce dell'anima. Nei versi dell'autore si ha l'impressione di vederla e di sentirla ogni giorno.
L'anima ha la forma dell'albero davanti casa, dei colli bolognesi, di una bambola Chancay, di un sasso, di una bambina, del mare.
L'anima ha la forma di un quanto e dell'universo intero. La sua voce, quando inizia lunghi discorsi, parte dal canto degli uccelli e continua con il fruscio del vento per concludere con un assolo di musica rock.
La forma e la voce dell'anima sono il mio e il tuo corpo, la mia e la tua voce, il mio e il tuo pensiero.
Le poesie di Matteo Cotugno sono tutto ciò: un linguaggio sconosciuto e al tempo stesso familiare; una voce che sale da dentro, che inconsapevolmente affiora quando meno te lo aspetti e plasma la realtà al tuo sentire; un "do ut des" ebbro e sovraeccitato; una catarsi di fenomeni. Sono le nostre più intime sensazioni che diventano reinterpretabili, scomponibili e ricomponibili come in un puzzle, di cui conosciamo ogni sfumatura perché esse scavalcano i confini del non-detto.
recensione di Francesca Arangio (redazione Aphorism)
Bellissima e molto poetica questa recensione Matteo, credo che sarai molto soddisfatto e che queste parole ti stimoleranno (anche se non ne hai bisogno) a cercare sempre nuovi argomenti e a raccontarli nel tuo solito modo garbato e incisivo che ti rendono interprete unico. Auguri Matteo per il tuo successo, spero che tu ne raggiunga tanti altri!
RispondiEliminaSplendida e meritata recensione ! (Maria Imbrogno)
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