mercoledì 14 marzo 2012

Mi congedo



Mi congedo dal divenire
e dal presente mia prigione,
resto sospeso nell’eremo
di trascorsi mai passati,
ancorato senza mai salpare
in un mare ch’era cielo
e cielo resta,
immutabile nel profondo
dei suoi altissimi azzurri
che non m’hanno salvato
ancora
e forse non lo faranno
mai
o l’hanno già fatto
ma io
l’ho dimenticato.


Matteo Cotugno
inedita – diritti riservati
13-03-2012

foto di Julie De Waroquier

6 commenti:

  1. Percorso poetico introspettivo colorato di rimpianto e malinconia , per raccontare i tempi della vita, spaziando nel presente, visto come una prigione, nel divenire, da cui il poeta si congeda, per scoprirsi sospeso negli immensi azzurri di un eremo di trascorsi mai passati. Magnifici versi! Complimenti Matteo! Luisa Pira

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  2. la vita.....Spesso una prigione.

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  3. Prendi il tuo tempo e il tuo spazio, per ricomporre memorie sfocate...Brandelli di passato che sembra non appartenere ad alcun tempo...e intanto il divenire non è più neppure una chimera...non è più nulla...VDC

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  4. E' come vivere nel confine tra passato e futuro, un limbo incerto sul quale rimaniamo ancorati non avendo il coraggio di salpare oltre...o forse è il nostro stato confusionale che ci porta a non saper chi siamo e cosa vogliamo. E in questo stato di incertezze non ci accorgiamo quanto la chiave della nostra serenità sia prossima a noi stessi, prigionieri volontari di un mondo effimero che prima o poi, nel divenire, dovrà scontrarsi con la realtà. Grazie Matteo, la poesia è molto bella, ma non so se ho afferrato pienamente il suo vero significato....♥

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  5. Malinconia sparsa nei versi , un momento di congedo da tutto
    Riflessioni e ricordi senza tempo senza meta
    Introspettiva e autentica
    Bellissima
    Grazie Matteo
    Cristina...

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  6. bellissima ! malinconica e non priva di delusioni .ma il congedo non deve essere a lunga data ,dovra' servire per ritrovarsi e per ritrovare. Rossana P.

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