venerdì 9 marzo 2012

Morte della parola



Morte,
anche stasera sei qui,
bastarda, vicino a me
hai scacciato i miei angeli
vuoi conquistarmi l’anima.

Sento le tue mani
unghiate nel mio cuore
morente, soffro molto,
so che mi liberi,
tu puoi
regalarmi l’oblio,
ma non voglio la polvere di stelle
dell’altra volta
stasera
ho bisogno di bere
ancora
non sono pronto
a guardarti negli occhi,
voglio vedere nel bicchiere
il mio volto
raggelare le lacrime
sul suo fondo
e non pensare ancora
a cadere nell’oblio.

Mi alletti con le tue carezze
bastarda, ti odio
ti sei affezionata a me
mi trovi negli angoli
dove mi nascondo
pudico di un pianto,
non hai pietà
di un uomo maledetto
da dio e dal mondo
che vive una non vita
battendo il marciapiede
del suo effimero.

Vieni qui, bastarda
adesso ti sbatto nei miei versi
ti faccio assaggiare
il sentire della mia anima
così sai quanto sto male
e mi alleno al trapasso
non avrò più ansia di te,
quel giorno non griderò,
sussurrerò vittoria.

Avvicinati di più, ora
le mie delusioni nell’arte
ti piacciono, lo so
godi di me, ridi
dell’infrangersi dei miei sogni,
del mio resistere
ai termini volgari
che tanto piacciono oggi,
che trasformano
presuntuosi e
presunti poeti
in defecatori di parole
nelle descrizioni rozze
di azioni sessuali
di vita vissuta
o drogata

povera poesia

accompagnami nell’oblio
non sopporto vederti
soffrire così,
muori con me
nell’assenza
nell’inconsistenza
nell’immondo.

Ora sì
morte, dolce
miele,
saponifica la mia carne
in questo fiume
di volgarità e oscenità,
imputridisci i miei pensieri
ora che il non senso
permea i giudizi
anche tu
poesia
muori…
fammi compagnia!


Matteo Cotugno
02-02-2010
© copyright 2010 “PoesiAnima”

Dedicata a tutti coloro che si sentono artisti della parola… e invece di dipingere… la trucidano.

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